L'analisi

L’indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di Confindustria Reggio Emilia sul terzo trimestre 2025 evidenzia un quadro complessivamente debole per l’industria manifatturiera, con alcuni segnali di fragilità che meritano attenzione.

Sul fronte dei consuntivi, la produzione mostra sostanzialmente una crescita nulla (+0,5%) e un arretramento del fatturato dell’1,2%. La flessione riguarda sia il mercato interno (-0,7%) sia, in misura più marcata, il mercato estero (-2,0%), a conferma di una domanda estera in sensibile indebolimento.

L’occupazione registra a sua volta una contrazione dell’1,2%, segnale delle difficoltà operative che molte imprese stanno affrontando in questa fase.

Gli ordini totali risultano in aumento solo per il 32,5% delle imprese, stabili per il 40% e in calo per il 27,5%. La componente estera appare particolarmente debole: soltanto il 17,2% delle aziende registra un incremento, mentre il 34,5% segnala una riduzione.
Questo andamento evidenzia un progressivo deterioramento delle condizioni di mercato e un clima di crescente incertezza, accentuato dal rallentamento della domanda internazionale e dal perdurare di costi elevati nei fattori produttivi.
 

Le previsioni del IV° trimestre

Prudenza e incertezza prevalgono nelle aspettative delle imprese. Le previsioni formulate dagli imprenditori per i prossimi mesi si caratterizzano per un atteggiamento di cauta attesa. Il 23,1% delle imprese prevede un aumento della produzione, il 53,8% una sostanziale stabilità e il 23,1% un calo.

Analoga prudenza si riscontra per gli ordini totali, in crescita per il 17,5%, stabili per il 47,5% e in diminuzione per il 35%. Ancora più contenute le attese sugli ordini esteri: solo il 10,3% delle imprese prevede un aumento, mentre oltre il 37% teme una contrazione.
Sul fronte dell’occupazione, prevale la stabilità (77,5%), ma il saldo tra attese di incremento (12,5%) e di riduzione (10%) si mantiene su valori molto contenuti.

Il commento

Nel complesso, i risultati dell’indagine delineano il protrarsi della fase di rallentamento del ciclo manifatturiero, in cui il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali dipenderà in larga misura dall’evoluzione della domanda estera e dalle condizioni generali dell’economia nei prossimi trimestri. 

Confindustria Reggio Emilia giudica incomprensibile e dannosa la decisione del Governo di bloccare il Piano Transizione 5.0, proprio nel momento in cui sarebbe necessario adottare politiche economiche a sostegno della competitività, degli investimenti, dell’innovazione e della sostenibilità.

"La scelta di sospendere un provvedimento su cui molte aziende avevano già programmato investimenti e sostenuto costi significativi rappresenta un grave segnale di incertezza - dichiara Roberta Anceschi, Presidente di Confindustria Reggio Emilia - che rischia di compromettere la fiducia degli imprenditori nelle politiche di sostegno alla competitività. Chiediamo con forza che tutti i progetti già caricati sulla piattaforma vengano recuperati e tutelati, senza penalizzare chi ha investito per tempo proprio in base alle regole definite dal Governo e che vengano restituite certezze a un sistema produttivo che ha dimostrato responsabilità e capacità di investimento anche in un contesto economico difficile".